IDEA21 “Alcedo” varata !!! Prime impressioni


Prova in acqua di “ALCEDO” IDEA21 cruiser


 

La prova della idea21 cruiser n.1 “Alcedo” di Milos e Kirstine si è svolta su un lago nel sud della Germania, per un totale di circa 8 ore di veleggiata distribuite su due giorni ad inizio estate 2020; le condizioni dei due giorni sono state pressochè identiche, con un vento ben steso compreso tra i 6 ed i dieci nodi , senza grandi raffiche, giusto qualche salto di direzione vicino alle rive del lago; onda praticamente inesistente.

 


 

La barca

avevo già visto la barca durante la costruzione e avevo riportato sul blog gli avanzamenti dei lavori; in sostanza la barca era quasi pronta al varo già l ‘estate scorsa, rimanevano da fare alcuni lavori , specie sulla chiglia retraibile , e da montare l’attrezzatura di coperta, impegni lavorativi dei costruttori hanno consigliato di fare le cose senza fretta ed aspettare questa estate per il varo. Rispetto al progetto standard di idea 21 cruiser la modifica più rilevante è la cosidetta FLK (Full Lifting Keel), ovvero la chiglia retrattile chiusa dentro una scassa stagna che va dal fondo dello scafo al cielo della cabina (le fiancate della scassa erano aperte durante il test per controllare che fosse tutto ok); la chiglia può essere quindi sollevata parzialmente anche in navigazione utilizzando i winches, con un paranco 1:6 (sforzo richiesto davvero poco, scorre perfettamente nelle guide in teflon) , permettendo la navigazione in bassi fondali o l’ormeggio in tutta sicurezza in fondali “da spiaggia”. Altra modifica di rilievo il rig in legno , costruito a regola d’arte e bellissimo, che paga qualcosa in termini di peso rispetto ad un rig in alluminio ma svolge perfettamente il suo compito e aggiunge fascino alla costruzione. Per il resto la costruzione è davvero ad un livello molto molto alto, con un mix perfetto tra dettagli estetici di alta scuola e soluzioni sempre molto pratiche da usare in navigazione.


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Il varo

un altra modifica ha semplificato le operazioni di varo: un singolo punto di sollevamento con una landa ancorata alla cassa della deriva e che spunta dal tetto della cabina, perfettamente sul baricentro della barca; questa soluzione evita di usare le cinghie, basta un grillo ed un loop od una cinghia ad alto carico di quelle usati in cantiere per sollevare carichi e la barca può essere presa in carico dalla gru “al volo” e messa in acqua. Semplice e veloce.


 

Deck gear e vele

Come da piani costruttivi, tutto semplice e lineare, due winches da 8 in tuga, due batterie di 3 stopper , organizers , torrette girevoli per le scotte fiocco (molto comode), rotaia per il trasto randa parecchio larga, paranco 1:5 e torretta girevole, attrezzatura sportiva ma necessaria per gestire al meglio la potenza della randa square top; dobbiamo rivedere il paranco del carrello randa, troppo diretto e troppo duro da regolare; nelle prove mancavano i terzaroli ancora da installare e avevamo i punti scotta del fiocco armati in maniera provvisoria, le rotaiette con il punto scotta su carrellino arriveranno presto. Rollafiocco a prua , il modello piccolo della Plastimo, forse un pò “plasticoso” esteticamente , ma perfetto per una barca così. Le vele , randa e fiocco per il momento, sono della Lee Sails Germania, da crociera, in dacron con taglio cross cut, molto ben confezionate, con una buona forma, specie la randa , la cui confezione non era affatto scontata, con stecche , porta stecche e tasche ben fatte e accessori di buona qualità, ottimo il rapporto qualità prezzo, tre mani di terzaroli sulla randa per quando la barca passerà dal pacioso lago al mare, il fiocco ha tre piccole stecche verticali perfettamente compatibili con il rollafiocco. La randa square top con gli sliders in plastica scorre perfettamente nella canala in legno, senza impuntarsi, quanto prima verrà installato un lazy jack in spectra che faccia anche da amantiglio, ora assente , a quel punto la randa sarà gestibile anche da soli perfettamente in issata e ammainata e presa dei terzaroli.


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Motore

E’ stato installato, su un supporto fisso a poppa, un motorino da 1000W/24V elettrico leggerissimo (4 kg circa) con marcia avanti e retro, che fa perfettamente il suo lavoro nell’ambiente lacustre, facendo arrivare la barca a 4 nodi di velocità in condizioni tranquille , le batterie (due AGM) sono ospitate sotto la cuccetta di prua, e fungono anche da batterie servizi; se si vuole rimanere sull’elettrico, cosa che consiglio, in mare opterei per un motore un pò più potente , 2 kW, , ma è pur vero che con poca aria, 5-6 nodi, la barca naviga già perfettamente a vela, quindi l’uso del motore è ristretto alle bonacce totali e agli accosti e uscite dalla banchina. Con due batterie come queste l autonomia è un non problema, potremo smotorare su e giù per il lago un paio di volte.


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Uscita dall’ormeggio

Qui si usa ormeggiare di prua, quindi si mollano le cime , si tira una smotorata in retro e si è fuori, i timoni lavorano perfettamente una volta che si ha un pò di abbrivio, sono fuori dal flusso dell’elica, non abbiamo neppuer sfruttato lo sterzo del motore, quindi marcia avanti, tutto timone a dritta e siamo fuori dal molo, stando attenti a stare al centro del piccolo golfettino per evitare un paio di bassi fondali, ci allontaniamo dalla riva a tre nodi e arriviamo a 4 nodi e spicci, giusto per capire quanto spinge il motore.


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Issata vele

Mettiamo prua al vento a motore; essendo la prima issata randa “vera” siamo in due, uno al winch e uno a piede albero a controllare che tutto vada bene , le issate sucessive con gli slider della randa già inseriti nella canala saranno molto più semplici e gestibili da soli (manca un gate in metallo a chiudere la canala albero in basso e tenere dentro i carrellini, verrà installato, un giro di scottino sottile fa oggi la stessa funzione). Il fiocco si rolla e srolla in tre secondi senza attriti. Il winch lo usiamo con la maniglia solo per dare una tirata alla drizza randa una volta arrivata in testa albero. La randa ha passato un anno piegata nella sacca e si vede, solo alla fine del secondo giorno di “stretching” il tessuto si stenderà bene eliminando un pò di pieghe. Da prua al vento poggiamo 45° , spegniamo il motore, lo togliamo dall’acqua (ha la funzione di tilt a quasi 90°) e siamo finalmente a vela.


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Reazioni al timone

la barca in queste condizioni di aria leggera ha delle reazioni molto neutre al timone, per quanto possiamo chiudere randa oltre le giusta regolazione non c’è mai la sensazione di “tiro alla fune” tra randa e timoni; la barca si timona con due dita sullo stick, forse pure troppo neutra per i puristi “old school” che vorrebbero sempre un pò di tendenza orziera, ma per me va benissimo; in bolina quando arriva un pò più di aria la pala sopravento è quasi fuori dall’acqua fatti salvi gli ultimi 10 cm, quella sotto vento totalmente immersa ha piena autorità; il primo giorno il timone era affllitto da una vibrazione molto fastidiosa che si manifestava oltre i 4,5 nodi, rientrati abbiamo comprato un euro di rondelle di plastica dal ferramenta in zona , registrato i dadi autoblock degli assi dei timoni, ed il secondo giorno la vibrazione era solo un ricordo, rimaneva solo una minima vibrazione su una pala sopra i 5 nodi emezza (probabilmente è il bordo di uscita da ricontrollare). La barca è molto agile, reattiva ai timoni, il sistema è leggermente “pastoso” per via delle aste e della connessione dalla barra centrale ma comunque è sempre diretto, preciso e senza giochi fastidiosi, la prolunga regolabile permette di timonare praticamente da dove si vuole in pozzetto. (nel video girato il primo giorno è ancora presente la antipatica vibrazione al timone); considerata l’autorità dei timoni si può accorciare un pò la barra centrale se si vuole.


 

 


 

Comportamento a vela

Alcedo nelle condizioni del test è docile, reagisce molto velocemente alle regolazioni, specie della randa che è il vero motore, mantiene un buon passo, compreso tra i 4.3 ed i 5.1 nodi in bolina a 45° dal vento nelle condizioni di test; il comportamento di bolina è abbastanza classico per una piccola barca sportiva di nuova generazione: inutile impiccarla in boline strettissime, ci va ma perde velocità, bisogna lasciarla camminare a 45° dal vento o qualcosa in più e sfruttare magari qualche salto di vento per guadagnare prua; in queste situazioni la barca è veloce, sbanda sino a mettersi “sullo spigolo” intorno ai 10 nodi di vento reale, e sensibile ai pesi ma non eccessivamente, e mantiene una buona andatura; poggiando dalla bolina verso il traverso si percepisce l’accelerazione e non si fatica ad arrivare e tenere circa 6,5 nodi (credo che la punta di 7 del gps fosse ottimismo e fiducia) , in queste condizioni, e a vele bianche, il traverso è di sicuro l’andatura più veloce ; poggiando ancora in queste condizioni di poca aria ci si attesta sino ad un lasco ottimale a circa 140-145° dal vento , la sensazione è di essere lenti, ma in realtà siamo oltre i 5,3 nodi stabilmente con punte intorno ai 6,2 ; strambiamo di circa 80°, la randa passa docilmente in queste condizioni, il boma è un pò basso perchè probabilmente siamo stati un pò ottimisti dando le misure al velaio (le vele sono state fatte prima di avere la barca alberata, cosa che col senno di poi si poteva evitare), ma il pozzetto è ampissimo, i timoni vanno usati il giusto, inutile forzarli ad angoli esagerati a meno che non si stia monvrando in spazi molto stretti; un test in questo senso è stato fatto il secondo giorno quando abbiamo fatto “i modelli”, più la barca che noi, per un fotografo ospitato su un vecchio Bavaria 800; in questa sessione abbiamo apprezzato la capacità della barca di virare e strambare come un derivone, accellerare e rallentare molto velocemente per posizionarci dove il fotografo richiedeva rispetto a luce e sfondo.


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Ammainare e rientrare all’ormeggio

Accendiamo motore, cimettiamo prua al vento, rolliamo il fiocco, e ammainiamo randa, che viene giù praticametne da sola e rientriamo in ormeggio docilmente, togliendo motore metri prima dell’arrivo del pontile, ovviamente data la stazza ridotta della barca , qualsiasi manovra poco precisa in ormeggio può essere controllata con una pedata sulla barca vicina o sul pontile.


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Pozzetto e Interni

in otto ore di navigazione abbiamo avuto modo di apprezzare la ampiezza (per un 6,5 metri) degli interni, che includono un bagnetto separato (non ancora montato ma i divisori sono già lì); si ha la possibilità di sedersi ovunque, la cuscineria è arrivata il giorno dopo i test, senza mai avere la sensazione di dover stare attenti a non picchiare la testa, le cuccette sono comode, sia quella doppia di prua che quelle di poppa, non si avverte la sensazione di “sarcofago” spesso presente in queste barche, il legno a vista impreziosisce gli interni non poco; la cassa deriva integrale ovviamente impatta sugli interni così come il bagnetto separato, ma avercele fatte stare e avere ancora una barca vivibilissima lo considero un ottimo compromesso per avere un piccolo cruiser non eccessivamente spartano; il pozzetto anche in questa versione è amplissimo, ci abbiamo navigato stracomodi in tre adulti, credo che in 4 sarebbe cambiato poco, i puntapiedi e il box dove si può mettere la zattera sono perfetti come posizionamento pwer essere usati come puntapiedi, si sta sempre fermi e comodi con i piedi puntati senza sforzo, senza doversi “attaccare a qualcosa” ; nonostante la barca per ora non abbia pulpiti, candelieri e draglie, anche andare a prua è comodo grazie alla falchetta più che generosa.


 

 

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Conclusioni

 

il progetto idea21 nacque con l’intento di mantenere le prestazioni brillanti di idea19 e avere degli interni che non fossero ridotti ad un igloo da campeggio; direi che gli obiettivi sono stati ampiamente raggiunti, la barca è anche più docile della sorellina piccola , le performances sono frizzanti e divertenti e permettono percorrenze giornaliere in crociera non male, (e mancava il gennaker) e gli interni sono perfettamente in grado di far sentire a casa per brevi crociere e non rimpiangere due metri in più di barca. Se poi il vostro circolo organizza qualche regatina , sia tra le boe che lunga, potrete togliervi le vostre soddisfazioni.

Un gigantesco grazie a Milos e Kirstine per avermi ripetutamente invitato durante la costruzione della barca e per aver voluto condividere queste prime ore di navigazione.

Buon Vento !!!

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